Presentazione

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9.10.09 Omicidio Reggiani, la Corte d'Appello PDF  | Stampa |  E-mail

da "www.ilmessaggero.it", "Omicidio Reggiani, Corte d'Appello: individuare i complici di Mailat", Roma 8 ottobre 2009


La «violenza inaudita» con cui Giovanna Reggiani è stata uccisa non può essere "giustificata" dallo stato di ubriachezza di Romulus Nicolae Mailat e dalla «fiera resistenza» della vittima. Sono le motivazioni della sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Roma che chiede ulteriori indagini sui complici di Mailat.

La Corte ha riformato la sentenza di primo grado e la condanna a 29 anni condannando Mailat all'ergastolo per l'aggressione e l'omicidio di Giovanna Reggiani, aggredita a Roma nella zona di Tor di Quinto il 30 ottobre del 2007 e morta in ospedale il primo novembre.

Le motivazioni della sentenza. «Il giudice di primo grado è incoerente - scrive il presidente della Corte d'Assise d'Appello, Antonio Cappiello - perché mentre sostiene "la scelleratezza e l'odiosità" del fatto commesso in danno di una donna inerme e da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, dall'altro ritiene che l'omicidio sia stato del tutto occasionale perché causato dallo stato di ubriachezza e dalla fiera (!) resistenza della vittima. Come se commettere un reato in stato di ubriachezza volontaria costituisse una necessaria diminuente mentre il legislatore ha previsto, addirittura, che in caso di ubriachezza procurata la pena deve essere aggravata e meno che mai può essere addotta a scusante la resistenza della vittima anche se fiera».

La Corte d'Assise d'Appello ritiene utile e necessario trasmettere gli atti alla procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Roma per accertare se vi siano stati complici nell'esecuzione dei reati attribuiti al Mailat.

La Corte denuncia il mancato approfondimento delle indagini ed è critica anche sull'incidente probatorio relativo alle dichiarazioni di Emilia Neamtu che è la supertestimone dell'accusa.