Presentazione

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Omicidio "stradale": da colposo a volontario? ("La Voce" di Rovigo 19.7.11) PDF  | Stampa |  E-mail

OMICIDIO “STRADALE”: DA COLPOSO A VOLONTARIO?
(“La Voce” di Rovigo 19.07.2011)
di Patrizia Trapella* e Luca Massaro**

L'interesse del pubblico per l'analisi dei fatti criminosi è evidente, come dimostra l'audience dei tanti programmi sul tema presenti nei palinsesti televisivi. Su questo inizia oggi una nuova rubrica affidata a due esperti polesani: l'avvocato penalista Patrizia Trapella e lo specialista in medicina legale e delle assicurazioni Luca Massaro (master in criminologia e psichiatria forense). L'avvocato Trapella è titolare di studio in Porto Viro e Luca Massaro è titolare di studio ad Este.

Siamo consapevoli che ci muoviamo in un terreno minato ma i dati relativi ai sinistri mortali che, utilizzando un eufemismo, sono preoccupanti, impongono delle riflessioni. Dalla relazione ACI-ISTAT del 17 novembre 2010, emerge che in Italia nel 2009 vi sono stati 4.237 decessi da incidente stradale (gli incidenti rilevati, secondo la fonte, sono stati 215.405).
Se dovessimo offrire un’immagine flash, un’istantanea di tali dati potremmo sostenere senza correre il rischio di apparire esagerati che, ogni anno in Italia, scompare un intero paese di medie proporzioni. Ancora troppo poco per correre ai ripari?
Non si sa se siano stati questi dati, tra l'altro in progressiva diminuzione negli ultimi nove anni e che costituiscono un innegabile allarme sociale oppure una precisa volontà giurisprudenziale di perseguire esemplarmente le “gravi” condotte illecite connesse alla guida dei veicoli, ma l'aria sta cambiando. Decisamente.
L'8 luglio, ultimo scorso, la II Corte d'assise d'appello di Roma ha pronunciato una decisione storica. Il moldavo Ignatiuc Vasile che la notte del 18 luglio 2008, alla guida di un’auto? e nell'intento di sfuggire a un controllo della polizia travolse un'automobile, provocando la morte di un ragazzo ed il ferimento degli altri due passeggeri, é responsabile di “omicidio volontario” e non di omicidio colposo.
La differenza è gigantesca se si pensa che l’evento riguarda un sinistro stradale e che la “colpa” poggia sull'assenza di volontà realizzandosi in una condotta che si caratterizza per negligenza, imprudenza o imperizia. Il “dolo”, invece, vede il soggetto che agisce con coscienza e volontà.
Non è tutto. Mentre il caso citato proseguiva l’iter giudiziario, un altro caso, diverso per circostanze ma simile nei contenuti, alimentava questa nuova corrente del diritto e della giurisprudenza. Nel marzo scorso, a Bologna, il conducente di un'auto, risultato poi positivo alla cocaina, aveva investito due ragazze (una morì sul colpo) mentre attraversavano la carreggiata sulle strisce pedonali. La Procura contestò l'omicidio volontario con il “dolo eventuale”. Un termine tecnico per indicare una peculiare forma di dolo che si caratterizza nell'accettazione da parte di un soggetto del rischio che l'evento previsto possa realizzarsi. Potremmo tradurre questi giri di parole in questo modo: l'accettazione della realizzazione dell'evento equivale a volerlo.
Quest'ultimo caso propone la pericolosa associazione dell’assunzione di sostanze psicoattive (recente o pregressa) con l’idoneità alla guida e non appare più così illogico pensare ad esse come a  gravi condotte illecite del codice stradale, come dimostrato dalla Procura di Bologna.
A questo punto, è immediato il richiamo ad altri dati elaborati dall’ACI-ISTAT ed è tempo di proseguire le riflessioni, perché è anche difficile pensare che le decisioni dei Giudici siano del tutto scevre da “contaminazioni” di ordine statistico-sociale. 
Secondo tale fonte, l'indice di mortalità per giorno della settimana presenta il valore massimo alla domenica (tre morti ogni 100 incidenti); quindi segue il sabato (2,4 per cento) e il valore scende al 1,6 per cento il martedì e raggiunge valori tra 1,7-1,8 per cento gli altri giorni della settimana.
Ma il dato che spesso si dimentica è che, tra i conducenti deceduti a seguito di incidente stradale, i più colpiti sono i giovani e la fascia di età in corrispondenza della quale si rileva il maggior numero di conducenti morti (o feriti) é quella tra 20 e 24 anni: 316 morti (e 26,941 feriti) e non è così irrilevante che le prime cause di incidente (comportamenti errati di guida) sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata.
Sentenza storica, si diceva, dalla quale si evince che chi toglie la vita ad un'altra persona mentre si trova alla guida di un veicolo, in conseguenza di come lo fa - ossia sotto l'effetto di alcool o sostanze stupefacenti ovvero in modo sconsiderato se non addirittura temerario - non può essere punito come se avesse commesso il fatto per mera negligenza o imperizia.
La strada sembra tracciata.
Per completezza nel Veneto nel 2009, dice la relazione, gli incidenti stradali sono stati 15.643, i decessi 339.

*avvocato penalista - **medico legale