Presentazione

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Criminologia, qual è la vera origine? ("La Voce" di Rovigo 9.8.11) PDF  | Stampa |  E-mail

Criminologia, qual è la vera origine?
(“La Voce” di Rovigo 09.08.2011)

di Patrizia Trapella* e Luca Massaro**

Ci siamo chiesti più volte qual è la vera origine della criminologia. La risposta non è ancora scontata né semplice come potrebbe sembrare.
Non stati ovviamente i film a generare la criminologia intesa in senso lato come scienza del crimine, anche se l'interesse per la materia – non le origini – si è diffuso per mezzo di numerosi film dal forte impatto visivo ed emotivo. Non ci riferiamo nemmeno agli studiosi del Settecento, della fine Ottocento e dell'inizio del secolo scorso: Cesare Beccaria, Enrico Ferri, Cesare Lombroso. In effetti, essi attivarono i primi studi sulla criminologia e iniziarono un percorso conoscitivo che avrebbe condotto ad attribuire spessore scientifico ad una disciplina che tuttora è in espansione: lo studio del reato, quindi dell'autore del reato e così via.
Paradossalmente, le vere origini della criminologia sono i fatti della vita quotidiana. Diremmo i fatti normali. Ciò che accade normalmente. Intendiamo l'osservazione della vita quotidiana della genet, di quello che succede ogni giorno, nelle piazze e nei bar, nelle famiglie, negli uffici, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, quello che si dice la gente. Come si può parlare di criminologia se non si conosco i normali modelli di apprendimento sociale, le normali modalità di trasmissione dei valori sociali intrafamiliari (dai nonni ai nipoti ad esempio) e all'interno del gruppo sociale e la normale interazione sociale degli individui? Durkheim, noto sociologo francese di fine Ottocento e primo Novecento, intendeva la sociologia come la scienza dei fatti e dei rapporti sociali. E allora appare  imprescindibile seguire le tracce della sociologia per giungere alla criminologia.
Dalla sociologia all'osservazione di comportamenti devianti (e dei reati) il passo può essere veramente breve. La devianza è quella che solitamente fa notizia e abitualmente si legge nei quotidiani o nelle riviste perché stupisce la collettività. Essa è il comportamento di chiunque violi e sfugga alle aspettative derivanti da una consolidata norma sociale (una sorta di abitudine sociale condivisa).
Per motivi sociali, culturali, di istruzione ed educazione, noi ci comportiamo tutti (o quasi) in una determinata maniera in una precisa circostanza ambientale ed è importante conoscere il nostro comportamento e de esso muti nel tempo; ma è altrettanto di grande interesse conoscere la condotta del deviante il quale non di adegua al comportamento adottato dalla stragrande maggioranza delle persone che formano la collettività. E, forse, non si adeguerà mai.
La criminologia tra dunque la vera origine dell'osservazione, rilevazione e interpretazione del piccolo o grande fatto quotidiano, normale o deviante.
Alcuni fatti possono rappresentare un pre-allarme sociale come quello di qualche giorno fa relativo ad una bimba di cinque anni violentata, sembra, da tre adolescenti (quindicenni). Si badi bene. Abbiamo parlato di pre-allarme sociale e non di allarme sociale e nemmeno di certezza di reato di cui si occuperanno le forze dell'ordine e il Tribunale per i minorenni. E' l'interpretazione socio-criminologica del fatto, qualora accertato, che conduce a riflessioni che dovranno approfondire come e se si stiano modificando le modalità di sviluppo psico-sessuale dei minori, il grado di educazione familiare degli stessi, le condizioni di salute e il grado di sviluppo della nostra società.
Ulteriore esempio. Cosa porterà la legalizzazione del gioco d'azzardo on line dello scorso 18 luglio? Il mercato è definito in continua crescita. Cosa porterà nelle famiglie? Solo denaro? Solo illusioni e speranze? Soltanto notti insonni? Un mero sperpero di denaro con ovvie difficoltà economiche nella famiglia dei giocatori?
Stiamo parlando di notizie. Semplici notizie. Alcune delle quali apparentemente del tutto insignificanti; ma è questo il tipo di notizie che crea le premesse della criminologia.
L'osservazione della vita reale è la vera linfa delle teorie criminologiche. Da questo punto di vista, i mezzi di informazione sono quasi determinanti e insostituibili alleati; hanno accelerato i tempi di diffusione delle notizie e certamente giovano nell'acculturazione criminologica.
La criminologia nasce, si arricchisce e si impregna indissolubilmente di nozioni di sociologia, psicologia sociale e della collettività, antropologia ed economia e finanza.
Così, tutto è legato a tutto. A parere di chi scrive è infatti la visione d'insieme della realtà l'unica prospettiva in grado di consentire il pronto rilevamento di eventuali comportamenti devianti e di prevedere e contrastare efficacemente quando non previene ripercussioni negative degli stessi sulla collettività che è poi l'essenza della criminologia.

*avvocato penalista **medico legale con master in psichiatria forense e criminologia. Entrambi membri della Harvard Associates in Police Science, Inc. Baltimore.