Da "www.corriere.it" del 24.7.09
La ragazza ha comprato la villetta dove è stata segregata dal suo aguzzino per otto anni. Ci va per «rilassarsi». MILANO- Ogni volta che la vedono si stupiscono. E si chiedono:«Ma come fa a tornare qui?». I vicini di casa si interrogano spesso. Cioè tutte le volte che Natascha Kampush, la ragazza austriaca di 21 anni rapita da un maniaco quando era bambina e tenuta segregata per oltre otto anni, torna nella sua «prigione». La casa è di sua proprietà e spesso ci torna per rilassarsi. LA VILLETTA- Alcuni vicini hanno raccontato di averla vista spesso far pulizia e far portare via mobili e suppellettili dalla villetta di Strasshof, nell'Austria meridionale, appartenuta a Wolfgang Prikopil, il suo aguzzino morto suicida quando la giovane riuscì a fuggire. «A volte la vedo in giardino mentre legge o addirittura si rilassa in un luogo che dovrebbe provocarle solo incubi», ha detto meravigliata una donna che abita nella zona. Natascha, a quanto riferiscono i giornali, sembra passi lì molti fine settimana. LO PSICOLOGO- Il dottor Michael Thiel, uno psicologo, ha spiegato che questo comportamento non è poi così bizzarro. «Molte persone che subiscono traumi del genere scelgono strade a volte curiose per cercare di superarli, andando in quella casa lei sta solo cercando di gettarsi il passato dietro le spalle», ha spiegato il medico. E poi ha aggiunto:«Non penso stia rischiando niente con queste visite, anzi, dimostra di avere coraggio e di voler prendere il toro per le corna, questo è un atteggiamento molto importante per un ritorno ad una vita serena». LA VICENDA- Allora diciottenne, Natascha riuscì a fuggire dalla casa il 23 agosto 2006, dopo otto anni e mezzo di prigionia. Priklopil, un esperto di telecomunicazioni di 44 anni, poche ore dopo si suicidò buttandosi sotto un treno. Una decina di giorni fa, il tabloid austriaco Oesterreich ha scritto che la ragazza, dopo la casa, ha acquistato anche quella che fu l'auto del suo aguzzino, una Bmw 850i rossa su cui era stata portata a fare qualche gita nei lunghi anni della sua prigionia.
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