Presentazione

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2.9.09 Usa, psicosi a scuola. "Bimbi, niente baci"

da "www.lastampa.it" del 2.9.09


 
Obama: "Questo virus è imprevedibile".
 
Vietato toccare i compagni»: al ritorno nelle aule gli alunni della scuola media «Glen Cove» di Nassau, a Long Island, avranno l’obbligo di «evitare qualsiasi contatto fisico» al fine di prevenire il pericolo della febbre al quale il presidente Barack Obama ha dedicato il primo summit alla Casa Bianca dopo le vacanze.

La direzione della scuola di Long Island ha recapitato alle famiglie una dettagliata «circolare sanitaria» con le rigide disposizioni che entreranno in vigore il 9 settembre all’apertura dei cancelli: proibite le strette di mano, gli abbracci, i baci e ogni tipo di saluto che comporti il contatto fra le mani - come il popolare «high five» - mentre i genitori dovranno mettere dentro le cartelle dei figli salviettine profumate e creme in abbondanza perché l’imperativo è «mantenere le mani pulite», pulendosi immediatamente nel caso di un accidentale tocco di gomiti con il compagno di banco o una spallata sul campo di basket.

I più allarmati sono gli alunni che fanno sport. «Dovremo giocare tentando di evitare contatti e con i fazzoletti pronti in tasca» lamenta l’alunna Erica Cohen, nelle file della squadra di calcio della scuola. Fra gli studenti c’è anche chi rifiuta il diktat. «Non rinuncerò mai ad abbracciare le mie amiche» dice Lorena Galo. Ma per Maria Torroella Carney, commissario della Sanità di Nassau, la scuola «fa molto bene a educare alla prevenzione perché avremo un autunno difficile».

A pensarla allo stesso modo è Michael Bloomberg, sindaco di New York, che ieri ha annunciato un imponente piano di vaccinazioni gratuite in tutte le scuole elementari al fine di «proteggere i più piccoli che sono i più esposti». A iniettare i vaccini sarà il neonato corpo dei «Flu Fighters» (Combattenti anti-influenza) responsabile di fare altrettanto in centri per anziani, luoghi di culto e ritrovi pubblici. «Quest’anno prevediamo che avremo una lunga stagione influenzale e la città è pronta ad affrontarla» ha assicurato Bloomberg, rivolgendosi a milioni di genitori che aspettano con apprensione l’inizio delle lezioni. Tutte le scuole dove si registreranno più di 5 casi di influenza suina saranno messe sotto osservazione dai «Flu Fighters» e il sindaco si riserverà la possibilità di chiuderle.

Il mega «piano d’azione» di Bloomberg include anche una rete di ospedali e cliniche per i ricoveri di emergenza, se il numero dovesse essere molto elevato: una tale mobilitazione si spiega con il fatto che New York è fra le città americane più colpite dall’influenza diffusasi in aprile dal Messico, sommando oltre 54 dei 522 morti degli interi Stati Uniti, l’ultimo dei quali è stato Ryan Johnson, un agente di polizia di appena 27 anni.

Mentre Bloomberg svelava il piano di intervento dei «Flu Fighters», alla Casa Bianca il presidente Barack Obama riceveva dalla task force anti-influenza suina un dettagliato briefing sullo scenario peggiore di quanto potrebbe avvenire negli Stati Uniti: fino a 1,8 milioni di ricoveri con 300 mila gravi e un numero di vittime compreso fra 30 e 90 mila.

Il ministro della Sanità Katherine Sebelius e quello della Sicurezza Interna Janet Napolitano, affiancati dal consigliere per la sicurezza John Brennan e da un team di specialisti, hanno presentato a Obama le varie «opzioni di prevenzione» che in comune hanno le vaccinazioni di massa.

Il problema nasce dal fatto che i primi 50 milioni di dosi di vaccino saranno disponibili solo a metà di ottobre e dunque per 40 giorni vi sarà un rischio di contagio soprattutto dentro le scuole e nelle università. Inoltre, poiché ogni persona ha bisogno di prendere almeno due dosi, entro fine ottobre non potranno essere vaccinati più di 25 milioni di americani. Sono questi i motivi che spiegano perché le vaccinazioni saranno «raccomandate ma volontarie», almeno fino al termine dell’anno quando nelle scorte governative vi dovrebbero essere 195 milioni di vaccini pronti all’uso.

Concluso il summit alla Casa Bianca, Obama ha parlato agli americani ammettendo che le caratteristiche della «seconda ondata dell’influenza H1N1 sono al momento imprevedibili» e chiedendo a «ogni famiglia e ogni cittadino» la collaborazione necessaria per fare fronte ai rischi di contagio. «Chi sta male deve restare in casa, bisogna lavarsi bene le mani e ogni famiglia deve avere un piano in caso abbia un contagiato in casa» ha detto il Presidente, assicurando «il totale impegno del governo, a livello federale e statale, per proteggere i cittadini». La guerra contro l’influenza suina è solo all’inizio e per vincerla Obama arruola anche i «Muppets», popolari pupazzi della trasmissione televisiva «Sesame Street».