da "www.ilmessaggero.it" Il gip accoglie la richiesta del pm: pericolo di fuga. Il legale dei Bellerofonte: non è stato "l'effetto Alfano". CATANZARO (11 agosto) - Torna in carcere Luigi Campise l'uomo che dopo la condanna a 30 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata era stato scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. L'arresto è stato disposto dal gip che ha accolto la richiesta di emissione della misura cautelare fatta dalla Procura della Repubblica e motivata dal pericolo di fuga dell'indagato. Il padre: deve pagare. «Hanno fatto ciò che dovevano fare. Una persona che uccide deve restare in carcere e pagare il suo debito con la giustizia». Lo ha detto all'Ansa Giuseppe Bellerofonte, padre di Barbara. «Questo nuovo arresto - ha aggiunto - ha riaperto una piccola speranza affinchè la giustizia faccia il suo corso. Chiedo solo che la giustizia mi tuteli perchè l'assassino di mia figlia deve scontare in carcere la condanna che gli è stata inflitta. Lui ha sbagliato e deve pagare e deve prendersi tutte le sue responsabilità». «Mi è stata uccisa una figlia - ha proseguito Bellerofonte - e non posso concepire che ci siano degli sconti di pena. Se uno ha ammazzato deve stare in carcere e pagare il suo debito. Non esistono sconti perchè non siamo al supermercato. Non voglio aggiungere altro, comunque, perchè sono veramente distrutto». Campise era stato scarcerato dieci giorni fa. La rimessione in libertà, però, non era da mettere in relazione all'accusa di omicidio ma ad un altro procedimento penale per il quale nel 2008 il giovane era stato arrestato con l'accusa di spaccio di droga ed estorsione. Nell'ambito di questa seconda inchiesta è stato condannato, in via definitiva, a quattro anni e quattro mesi di reclusione. A Campise, però, è stato riconosciuto il condono di tre anni di reclusione. In più, per buona condotta, gli sono stati abbuonati tre mesi. Da qui la conseguente liberazione anticipata. Adesso per Campise è scattato il nuovo arresto per l'omicidio. La decisione del gip. La notizia del nuovo arresto di Campise, 26 anni, è stata diffusa dalla Procura della Repubblica di Catanzaro con un comunicato a firma del procuratore vicario, Salvatore Murone. «Su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro - si afferma nel comunicato - il gip del tribunale ordinario di Catanzaro, in data odierna, ha ripristinato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Luigi Campise, imputato dell'omicidio di Barbara Bellerofonte, il quale con sentenza di primo grado era stato condannato alla pena di 30 anni di reclusione. La misura è già stata eseguita dai carabinieri di Soverato». La richiesta era stata presentata una settimana fa al gip per l'emissione della nuova misura cautelare. La Procura si era attivata appena qualche giorno dopo che Campise era tornato in libertà. L'avvocato difensore: sono stupefatto. «Sono assolutamente stupefatto - dice l'avvocato Salvatore Staiano, difensore di Luigi Campise - Verosimilmente ricorrono presupposti fattuali per il ripristino della custodia cautelare in carcere che a me, però, allo stato, sfuggono del tutto. Mi meraviglia che per avvedersi della ricorrenza dei presupposti per riarrestare Campise ci sia voluto un impegno mediatico nazionale e l'invio degli ispettori ministeriali. E' evidente che verrà tempestivamente investito della vicenda il Tribunale della libertà territoriale». Il legale della famiglia: non è stato l'effetto Alfano. «Ho preso visione del provvedimento del gip e che è stato eseguito stamattina e ho avuto modo di rilevare che questo provvedimento è stato emesso non come effetto della decisione del ministro Alfano di mandare gli ispettori a Catanzaro - dice l'avvocato Enzo De Caro, legale della famiglia Bellerofonte - Quindi non sull'onda emotiva della comunicazione del ministro Alfano, perché era stato richiesto addirittura il giorno dopo della scarcerazione, cioè Campise è stato scarcerato e messo in libertà il 29 luglio. Giorno 30 il sostituto procuratore Alessia Miele ha chiesto il ripristino della custodia cautelare. Il fascicolo è arrivato presso l'ufficio del Gip giorno 2 o 3 agosto e non c'era il dott. Battaglia, che era in ferie. È stato nominato come sostituto il dott. Giglio, il quale, dal provvedimento che ha emesso, che è assolutamente esaustivo e col quale si dà contezza del perché sussiste il pericolo di fuga concreto del Campise, ha preso visione sia del processo dell'omicidio, che era tra l'altro un processo voluminoso e che il dott. Giglio non conosceva perché non se ne era mai interessato, sia del processo per il quale gli è stata irrogata la pena di quattro anni e quattro mesi. Il provvedimento è stato quindi emesso in tempi brevissimi. Voglio precisare che non è a seguito della lettera che ha mandato il padre della ragazza al Corriera della Sera, né a seguito della decisione che ha fatto in televisione il ministro Alfano di mandare gli ispettori che è stato emesso questo nuovo provvedimento. È stato emesso dal Gip perchè era stato richiesto nei tempi previsti e assolutamente ragionevoli. Certo, una considerazione finale andrebbe fatta, al di là della vicenda particolare Bellerofonte, perché bisogna domandarsi se è concepibile e serio che un processo in Italia duri così tanto. È su questo che dovrebbero interrogarsi i nostri politici e porre rimedio, rendendosi conto che ormai la macchina della giustizia rischia seriamente di incepparsi».
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