da "it.notizie.yahoo.com" Pensiero Scientifico Giovedì 24 settembre, Viareggio. Festival della Salute: pronti, via! Anzi, no. Mentre tra gli stand ancora in allestimento si aggirano sparuti gruppetti di addetti ai lavori, passanti e scolaresche, a porte chiuse un panel di grandi esperti e opinion-leader si dedica all'approfondimento di temi di grande attualità etico-scientifica. Ma il riserbo è massimo e l'accesso è severamente proibito ai mass-media. Sotto la direzione scientifica di Giovanni Boniolo, filosofo del Campus IFOM-IEO e di Ignazio Marino, chirurgo dei trapianti e oggi presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale al Senato, è in corso un workshop internazionale con esperti provenienti da alcune delle più prestigiose istituzioni accademiche al mondo. Il programma affronta da diversi punti di vista il delicato tema dell'accertamento di morte cerebrale e della donazione di organi per trapianto, mettendo a confronto le posizioni di eminenti storici della medicina, di filosofi, di clinici e di esperti di bioetica. Oltre ai direttori scientifici, a Viareggio Bernardino Fantini (Università di Ginevra), John Harris (University of Manchester), Robert Truog (Harvard Medical School), Howard Doyle (Albert Einstein College of Medicine e Montefiore Medical Center, New York) e Stuart Youngner (Case Western University, Cleveland). Prendendo avvio dai parametri scientifici fissati nel 1968 dall'Harvard Ad Hoc Committee on Brain Death, divenuti la base internazionalmente condivisa per la definizione di "morte cerebrale", Boniolo e Marino promettono di rilanciare un dibattito mai sopito, ma finora limitato a strette cerchie accademiche. L'evoluzione di nuove tecniche diagnostiche, le sfide sempre più pressanti della chirurgia dei trapianti, l'adozione di protocolli diversi in Paesi diversi, alcune polemiche legate a drammatici casi di cronaca commentati dalla stampa internazionale rendono sempre più attuali e pressanti quesiti quali: è ancora valida la definizione di morte cerebrale formulata nel 1968? Sono corretti i protocolli che ne accertano la diagnosi? È necessario o preferibile rivedere alcune linee guida, nell'interesse condiviso di tutti i pazienti, potenziali donatori e potenziali riceventi? Cos'è la morte e chi ha il diritto di definire la gestione delle ultime fasi della vita? Quesiti come si intuisce di grande, grandissimo interesse per gli operatori sanitari, i decisori politici e l'opinione pubblica. Che attenderanno pazientemente che si sciolga il riserbo attorno all'evento. Fonte: Festival della Salute, Viareggio 24/09/2009. davi frati
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