da "www.lastampa.it" del 12.9.09 La carne cotta ha permesso lo sviluppo rapido del nostro cervello LONDRA Il computer ci ha lanciati nel futuro, d’accordo. Ma a quel punto l’uomo era un adulto bell’e fatto. Qual è stata la scoperta scientifica che ha permesso ai nostri antenati più primitivi d’incamminarsi, veri pionieri, sulla via dell’evoluzione? Secondo il saggio dell’antropologo dell’università di Harvard Richard Wrangham Catching Fire: How Cooking Made Us Human (Hardcover), la palma della ricerca originaria va all’affamato scimmione africano che, per primo, due milioni d’anni fa, mise un pezzo di carne a bruciacchiare sul fuoco anticipando la sofisticata arte della cucina. Per capire il lampo di quell’intuizione bisogna tornare all’Homo habilis, il più avanzato essere vivente sulla Terra quando l’Homo sapiens non era neppure un pensiero. L’Homo habilis aveva braccia lunghe e gambe corte interamente coperte di pelliccia, piedi simili alle mani, mandibole poderose, bocca assai pronunciata. Uno scimpanzé insomma, fino al momento in cui, dopo aver fabbricato un rudimentale coltello per macellare gli animali cacciati, capì che li poteva cucinare. Il cibo cotto infatti, spiega il professor Wrangham, ha un valore calorico assai superiore ed è facilmente masticabile. Non sarà accaduto in una settimana, ma a poco a poco il cervello dell’Homo habilis è cresciuto, la mascella si è ridotta, la gambe, rafforzate, hanno imparato a sostenere il corpo. La nostra specie comincia quel giorno, teorizza Wrangham: «Dall’imparare a cucinare a organizzarsi come una famiglia, con il maschio che procura il cibo e la femmina che lo prepara, il passo è breve». Tutto il resto a quel punto era dietro l’angolo.
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