Presentazione

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22.8.09 Debutta la protesi in ceramica: a zero il rischio di lussazione

da "www.libero-news.it"

21/08/2009 
Ha debuttato nella Capitale la prima protesi d'anca in ceramica hi-tech impiantata in Italia. L'intervento è stato eseguito oggi nella clinica privata Valle Giulia di Roma da un pioniere della chirurgia protesica dell'anca, il belga Koen De Smet, e dal giovane chirurgo romano Alessandro Calistri, 32 anni, specialista in Ortopedia e Traumatologia che collabora con De Smet da alcuni anni, sia in Belgio che in Italia. La paziente zero è una donna di 42 anni. Lei, che fino a qualche anno fa aveva una vita dinamica e attiva e giocava persino a tennis, era arrivata a zoppicare a causa di una grave artrosi congenita e ormai trovava difficile anche fare una breve passeggiata. Adesso, a un giorno dall'intervento di sostituzione totale dell'anca durato circa 45 minuti, “potrà tornare a camminare e sedersi senza problemi e, al massimo entro 4 giorni, verrà dimessa dalla clinica e rimandata a casa. L'intervento è perfettamente riuscito”, assicura De Smet. Lo specialista è un vero recordman degli impianti di protesi – a 46 anni ne ha all'attivo circa 8 mila –  ed è il primo ad aver usato questo dispositivo costruito in una ceramica speciale, molto più resistente di quella tradizionale. Portano la sua firma gli unici tre interventi eseguiti in Europa prima di quello italiano. La protesi usata dai due chirurghi, di fabbricazione inglese, “ha il vantaggio di deteriorarsi meno e di creare meno detriti”, nemici del successo di una protesi, spiega Calistri. Non solo: “La particolare resistenza del materiale con cui è costruita – prosegue –  permette alla testa dell'impianto che viene inserita nel bacino di avere un diametro più largo, più o meno come una palla di biliardo. Una caratteristica che garantisce maggiore stabilità e riduce a zero il rischio di lussazione”.
I vantaggi - Un altro vantaggio della nuova anca 'hi-tech' è la longevità, sempre legata alle qualità della ceramica di ultima generazione. “Se i detriti dovuti all'usura vengono ridotti – assicura Calistri – e aumenta la lubrificazione grazie alla superficie più larga, la protesi si consuma meno e potrebbero anche ridursi i problemi di mobilizzazione asettica, cioè la reazione ai detriti prodotti dalla protesi che si muove e non è ben integrata”. L'intervento eseguito oggi ha tempi di ripresa molto brevi, sottolineano i due specialisti, anche perchè permette di evitare trasfusioni di sangue. Il segreto è nella tecnica chirurgica, perfezionata da De Smet nella sua clinica in Belgio, l'Anca Medical Center (Amc) di Ghent. “Pratichiamo una mini-incisione e usiamo una via d'accesso (postero-laterale modificata da De Smet) che permette di preservare il più possibile i muscoli, evitando lesioni significative e dispersioni eccessive di sangue. Non solo: durante l'operazione manteniamo molto bassa la pressione del paziente e anche questo aiuta a evitare sanguinamenti”, chiarisce Calistri. Il costo della protesi hi-tech è “praticamente sovrapponibile a quello di una in ceramica tradizionale”, spiega lo specialista. Questo tipo di impianto, usato molto di frequente soprattutto per i pazienti di età compresa fra i 40 e i 70 anni e anche più giovani, ovvia anche al problema dell'ipersensibilità al metallo che è sempre più diffusa, soprattutto fra le donne. “Poi spetta al chirurgo la scelta responsabile del tipo di dispositivo e del materiale più adatto a ciascun paziente, a seconda dell'età e delle sue caratteristiche”, conclude Calistri.