da "www.lastampa.it" 11/8/2009 - STUDIO SVIZZERO Il cervello riconosce i volti, specie se nemici, grazie a una memoria emotiva implicita. GINEVRA Il primo incontro non si scorda mai. Le emozioni suscitate dalla vista di un volto, soprattutto se minaccioso, vengono inconsciamente conservate dal cervello, e riprodotte poi in occasione di un secondo incontro, anche a distanza di molto tempo. È quanto hanno scoperto ricercatori della Facoltà di medicina dell’Università di Ginevra (Unige) e del Polo nazionale di ricerca per le scienze affettive, autori di uno studio pubblicato dalla rivista “Social Neuroscience”.
La ricerca si è basata su un gioco interattivo in cui i partecipanti erano confrontati per due secondi con 16 volti dalle espressioni amichevoli e meno. Gli stessi visi sono stati riproposti dieci minuti più tardi, ma questa volta senza manifestare alcuna emozione. Tramite Risonanza magnetica funzionale (Rmf), i ricercatori hanno potuto constatare che la prima impressione avuta va a influenzare le zone del cervello attivate nel corso del secondo incontro, anche se questo si svolge in condizioni assolutamente neutre. Le reazioni sono inoltre più forti per i volti percepiti come nemici. «Le persone non si ricordano del contesto del loro primo incontro, ma il loro cervello lo ha invece memorizzato nell’inconscio», spiega Pascal Vrticka, uno degli autori dello studio. «Si tratta di una memoria emotiva implicita che non era ancora stata messa in luce», aggiunge. Per Vrticka, è logico che il cervello si ricordi meglio delle espressioni nemiche: ne va della sua sopravvivenza. Una recente ipotesi scientifica suggerisce inoltre che le grandi dimensioni del cervello umano risultano proprio dallo sviluppo della cognizione sociale. Per riprodursi e migliorarsi, ogni essere umano farebbe capo alle sue capacità cerebrali in grado di valutare il valore dell’altro, per determinarne la natura potenzialmente amica o nemica. Potrebbe così soppesare il beneficio di un eventuale legame oppure di una fuga, conclude lo studio. ... possibili future applicazioni nell'investigazione criminale?
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